L’istruzione, come tutta la cultura e la vita di ogni
persona, necessita di fondamenta, di singole mattonelle, di intere pareti e
lunghi corridoi in cui crescere. Ma anche di specchi per guardarsi e
migliorarsi, perché l’istruzione non ha bisogno di fondamenta, mattonelle,
pareti e corridoi qualsiasi, ma di una spinta -quella giusta- per costruirsi.
Adesso, ognuno di voi si guardi attorno e osservi quel che
ha davanti ai propri occhi: strade, appartamenti, pizzerie, piazze e vicoli. Ad
un certo punto, il vostro sguardo dovrebbe fermarsi su un qualcosa che suscita
stupore, sulla struttura più indecente, più invivibile e più inguardabile. E allora,
dopo essere rimasti a fissare, per non più di un minuto, quella riprovevole
immagine, “ci arrivate”. Arrivate a capire che non è stupore ma orrore. E che
orrore non è soltanto ciò che avete appena scoperto, ma forse è anche un
brivido che si trova dietro l’apparenza di ogni strada, appartamento, pizzeria,
piazza e vicolo. E arrivate a pensare, poi, che magari l’Aquila e l’Emilia
stanno meglio di noi; almeno loro, si sono accorte di essere un cumulo di
macerie. Ora: quest’orrore è indegno dei vostri figli come dei nostri, è
indegno di critiche ma ne ha sconfinatamente bisogno, e ve ne siete accorti. Non
muovere un muscolo è una soluzione? La consapevolezza non basta, le conclusioni
non vanno da nessuna parte senza pretesa; e non pretendere che sia meglio, ma
pretendere IL meglio. Qualcuno pensa che, chiederlo, sia inutile? Lo è se
accettate la mediocrità, lo è se credete che ai giorni d’oggi ci si deve
accontentare, lo è se non riponete fiducia in nessuno o null’altro all’infuori
di voi stessi. Inutile e statica lo è, la rassegnazione. Qualcuno è certo che
sia chiedere troppo? Ma che cos’è troppo, quando si parla d’istruzione e
cultura? Che cos’è troppo, quando si parla di “star bene”? Si sta parlando,
sopra ogni altra cosa, della condizione in cui perdurano le scuole di Anzio e
Nettuno: le due sedi della scuola media-statale “G. Falcone”, le succursali del
Liceo Scientifico “Innocenzo XII” e dell’Istituto Artistico, l’Istituto Tecnico
Commerciale e per Geometri “Emanuela Loi”, la scuola media “Ennio Visca”,
l’Istituto Tecnico Industriale e Informatico “I.T.I.S.”, per non parlare del
resto. E se sono talmente tante le strutture che hanno via libera dai controlli
“assidui” e severi del Comune, pur non avendo neppure una delle qualità che
riempiono il significato del termine “sicurezza”, vuol dire che servono le
nostre domande e le loro risposte, vuol dire che qualcosa non va e noi siamo
troppo ciechi e troppo pavidi. Pareti di cartongesso, porte di compensato,
vetri scheggiati, giardini non curati. E intanto i vostri, come i nostri, figli
continuano a viverci. Svegliatevi, concittadini!
Vale.
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