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sabato 10 novembre 2012

Non è stupore, ma orrore: le scuole di Anzio, Nettuno e dintorni.



L’istruzione, come tutta la cultura e la vita di ogni persona, necessita di fondamenta, di singole mattonelle, di intere pareti e lunghi corridoi in cui crescere. Ma anche di specchi per guardarsi e migliorarsi, perché l’istruzione non ha bisogno di fondamenta, mattonelle, pareti e corridoi qualsiasi, ma di una spinta -quella giusta- per costruirsi.
Adesso, ognuno di voi si guardi attorno e osservi quel che ha davanti ai propri occhi: strade, appartamenti, pizzerie, piazze e vicoli. Ad un certo punto, il vostro sguardo dovrebbe fermarsi su un qualcosa che suscita stupore, sulla struttura più indecente, più invivibile e più inguardabile. E allora, dopo essere rimasti a fissare, per non più di un minuto, quella riprovevole immagine, “ci arrivate”. Arrivate a capire che non è stupore ma orrore. E che orrore non è soltanto ciò che avete appena scoperto, ma forse è anche un brivido che si trova dietro l’apparenza di ogni strada, appartamento, pizzeria, piazza e vicolo. E arrivate a pensare, poi, che magari l’Aquila e l’Emilia stanno meglio di noi; almeno loro, si sono accorte di essere un cumulo di macerie. Ora: quest’orrore è indegno dei vostri figli come dei nostri, è indegno di critiche ma ne ha sconfinatamente bisogno, e ve ne siete accorti. Non muovere un muscolo è una soluzione? La consapevolezza non basta, le conclusioni non vanno da nessuna parte senza pretesa; e non pretendere che sia meglio, ma pretendere IL meglio. Qualcuno pensa che, chiederlo, sia inutile? Lo è se accettate la mediocrità, lo è se credete che ai giorni d’oggi ci si deve accontentare, lo è se non riponete fiducia in nessuno o null’altro all’infuori di voi stessi. Inutile e statica lo è, la rassegnazione. Qualcuno è certo che sia chiedere troppo? Ma che cos’è troppo, quando si parla d’istruzione e cultura? Che cos’è troppo, quando si parla di “star bene”? Si sta parlando, sopra ogni altra cosa, della condizione in cui perdurano le scuole di Anzio e Nettuno: le due sedi della scuola media-statale “G. Falcone”, le succursali del Liceo Scientifico “Innocenzo XII” e dell’Istituto Artistico, l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Emanuela Loi”, la scuola media “Ennio Visca”, l’Istituto Tecnico Industriale e Informatico “I.T.I.S.”, per non parlare del resto. E se sono talmente tante le strutture che hanno via libera dai controlli “assidui” e severi del Comune, pur non avendo neppure una delle qualità che riempiono il significato del termine “sicurezza”, vuol dire che servono le nostre domande e le loro risposte, vuol dire che qualcosa non va e noi siamo troppo ciechi e troppo pavidi. Pareti di cartongesso, porte di compensato, vetri scheggiati, giardini non curati. E intanto i vostri, come i nostri, figli continuano a viverci. Svegliatevi, concittadini!
Vale.

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