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lunedì 12 novembre 2012

Cattedre vacanti: disorganizzazione o disinteresse?




Il suono della campanella del primo giorno di scuola risuona nelle orecchie degli studenti di nuovo alle prese con libri e quaderni. L’anno passato è ormai alle spalle e si è portato con sé alunni, promozioni, bocciature ma soprattutto professori. Professori costretti ad abbandonare una cattedra tenuta per un anno o forse due, alunni che avrebbero desiderato portare all’Esame di Stato. Purtroppo sono le graduatorie e il Ministero a decidere dove collocare i precari, nomadi delle scuole.
Le liste con i nuovi incarichi non arrivano, però, prima o in concomitanza con l’inizio della scuola. L’Italia infatti, dimostra il suo carattere di ‘temporeggiatrice’ persino nell’assegnare le cattedre. Alla fine di Settembre, alcune di esse sono ancora vacanti. Gli studenti inizialmente esultano poiché in questo modo evitano ore di lezione, ma quanto questo può gravare sulla loro istruzione?
Soprattutto per le classi entrate con la riforma Gelmini, il perdere ore di lezione non giova, in quanto la riforma, approvata nel 2010, ha ampliato i programmi diminuendo le ore di lezione. I professori sono costretti, perciò, ad iniziare i programmi sin dal primo giorno, senza potersi permettere il lusso di perdere tempo. Il futuro del nostro Paese è nelle mani delle nuove generazioni, ma se la loro istruzione è messa in crisi da un governo non in grado di gestire in modo appropriato il funzionamento interno delle scuole, come si può pretendere che i ragazzi aiutino l’Italia a tornare una nazione orgogliosa di vantare tutta la cultura al suo interno?!

                                                                                                                                                Cam.

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